E’ morto Raffaele Ganci, l’omicida di Carlo Alberto Dalla Chiesa, boss mafioso di Cosa Nostra.
All’età di 90 anni, Raffaele Ganci, è morto all’ospedale San Paolo nel reparto detenuti. Era il capomafia della cosca del quartiere palermitano della Noce, uno dei fedelissimo di Totò Riina. Il mafioso ricoverato al 41 bis stava scontando diversi ergastoli. Fra gli omicidi di cui era stato responsabile, quello del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso a bordo di una Autobianchi A112 in via Carini, a Palermo, il 3 settembre 1982, assieme alla moglie, Emanuela Setti Carraro, e all’agente di scorta Domenico Russo.
Il boss mafioso è morto a Milano dove era stato trasferito ad aprile. Dal suo arresto il 10 giugno 1993 a Terrasini, in provincia di Palermo non è più uscito dal carcere. Ma anche dopo l’arresto, Ganci è sempre rimasto fedele a Cosa Nostra, l’organizzazione criminale di Totò Riina. Più fedele a Cosa Nostra che alla sua stessa famiglia, dato che arrivò a rinnegare suo figlio Calogero pubblicamente. Calogero Ganci, infatti, ha scelto di collaborare con la giustizia dopo l’arresto del padre nel 1996.
Il boss della Noce mai pentito
Oltre alla morte del generale Dalla Chiesa, Ganci ebbe un ruolo di primo piano nelle stragi del 1992-1993 in cui morirono i due giudici Falcone e Borsellino. Il boss mafioso votò in maniera favorevole all’interno della “Commissione” dell’organizzazione per uccidere i due magistrati. Prese parte attiva dato che i suoi figli fecero parte della squadra che eseguì le stragi.
Non si è mai pentito, Raffaele Ganci, il boss della Noce è sempre stato fedele alla criminalità fino alla fine, assistendo Riina durante la sua latitanza.